Perché Barbie ci serve, oggi più che mai

Mentre le sale si riempiono ad ogni orario per recuperare il nuovo film di Barbie, ho voluto condividere una riflessione attenta sui temi affrontati dal film. Ecco quindi il mio modesto punto di vista.



Da Hollywood non ci si può certo aspettare di vedere spesso prodotti che riflettano, in maniera cinica, schietta, reale, la complessa stratificazione sociale e le disparità che alcune categorie vivono ogni giorno in tutto il mondo. Per questo, quando arriva una regista come Greta Gerwig, con un film come Barbie, l'effetto è sicuramente sorprendente. Esattamente come feceThe Lego Movie qualche anno fa, sorprendendo critica e pubblico in maniera estesa e universale, Barbie usa una formula simile per partire da una delle linee di giocattoli più longeve e importanti della storia, e tessere una trama inaspettatamente profonda e strabordante di riflessioni socialmente rilevanti, in mezzo al marasma di citazioni ai veri prodotti e alle gag che ne derivano. 

Per quanto possa sembrare strano, Barbie parla delle donne, di ogni donna, e ci sbatte in faccia una realtà che molti sembrano volere ignorare: disparità di genere, oggettificazione, differenze di trattamento, mancanza di diritti, ansie, paure, minacce mirate; queste sono problematiche enormi e complesse che ogni donna conosce, purtroppo, fin troppo bene. Il film fa di queste terribili sfaccettature della società moderna il suo cuore pulsante, così tanto che tutto il resto passa quasi in secondo piano.

Ogni elemento del film serve ad urlare al mondo quanto ci sia di sbagliato nell'idea di rappresentazione femminile che viene spesso data dalla nostra cultura. Tutto, in maniera sagace, ironica e puramente satirica, aiuta a dipingere una tela che diventa specchio e che ci fa vedere quanto sia difficile vivere un ruolo femminile in un mondo fatto, purtroppo, spesso solo a misura d'uomo. E per quanto sia assurdo che debba essere un film a dare alle masse gli spunti su cui riflettere riguardo temi così dannatamente importanti, va comunque riconosciuto il potere dell'arte, e l'influenza che il cinema ha sempre avuto sulla gente.

Barbie diverte le bambine e i bambini, Barbie intrattiene tutti, Barbie fa riflettere gli adulti, Barbie offre ad ogni donna una storia in cui probabilmente si rispecchierà perfettamente, e ad ogni uomo un forte scossone, che a quanto pare serve necessariamente, visto che molti dei miei "colleghi" uomini continuano a vivere la propria vita ignorando le difficoltà e le atrocità che qualsiasi donna vive e sopporta ogni giorno, e anzi, le alimenta. Quando scrivo di una storia in cui sentirsi rappresentate, non parlo di piani superficiali come l'apparenza o la vicinanza a certi personaggi: io parlo della completa coerenza con ogni difficoltà e ostacolo che la figura femminile è costretta a subire nella sua quotidianità. Nel film questi problemi sono esplicitati in maniera semplice e concreta, abbastanza facile da capire per chiunque lo guardi, dallo spettatore occasionale all'esperto di cinema. 

Ciò che apprezzo di Barbie è anche che, nella sua versione edulcorata della figura maschile, un po' macchiettistica, non le toglie comunque importanza nè la sminuisce. Presenta e critica una versione dell'uomo stereotipato che purtroppo esiste davvero e anzi, probabilmente, è numericamente maggiore, ma l'arco narrativo dei personaggi maschili serve anche a esplorare e superare quella visione. Non ha bisogno di distruggere tutti gli uomini per valorizzare ogni donna, come molte storie spesso fanno: semplicemente racconta una storia di rivendicazione, di ripresa del potere, di parità che nasce, letteralmente dalle ceneri del patriarcato. Lo fa con un urlo silenzioso, con della comunicazione fra le righe, e sicuramente all'interno di una produzione Hollywoodiana che la limita e la costringe a dei compromessi, ma lo fa. 

Credo che questo ci serva, ci sia fondamentale. Tutti sembrano comprendere solo ciò che vogliono ascoltare, per cui celare un pò questi messaggi e raccontare storie simili potrebbe veramente dare, allo spettatore che non se l'aspetta, la possibilità di interiorizzare nuovi concetti e di riflettere sulla matrice di certi problemi, che forse ignora e di cui neanche si accorge nella vita quotidiana, se non è parte delle categorie che più subiscono certe continue ingiustizie. Tutto questo anche grazie a dei personaggi in scena che non sono monodimensionali come sembrano, e che anzi scoprono e accettano la loro normalità, con tutti i difetti che comporta. Il film non scade mai nell'avere personaggi femminili forti solo in quanto femminili: qui ogni personaggio ha le sue difficoltà e guadagna davvero ciò che ottiene.

Non è un capolavoro cinematografico né una vittoria femminista a tutto spiano, ma ad ogni modo risulta, secondo me, uno di quei film che riesce a sfruttare la sua posizione di enorme rilevanza per diffondere tra le righe di un divertente film per famiglie dei messaggi che non riescono ad arrivare purtroppo al grande pubblico, e che quindi per questo merita un plauso aggiuntivo. Certo, sicuramente non porta temi innovativi e non pone domande che non sono già state poste tante volte, però va sicuramente apprezzato il modo in cui Greta Gerwig è riuscita a puntare i fari su problematiche che non vengono tenute in considerazione troppo spesso, in un modo dolce ma cinico, sottile ma evidente, e soprattutto, lineare e immediato, di facile comprensione. 

Barbie è un film che racconta una storia di presa di coscienza, di consapevolezza di sé stessi e del proprio ruolo nel mondo, ma è anche una storia di lotta a un sistema sbilanciato, corrotto e ipocrita. Barbie è proprio un buon film, guardatelo.


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