Coraline, la personificazione delle nostre paure



Di recente ho avuto l'opportunità di leggere le pagine del noto romanzo di Neil Gaiman: un horror fantasy per ragazzi pubblicato il 2 luglio 2002 e dedicato alla figlia come dichiara nelle ultime pagine:

"Più di dieci anni fa ho iniziato un romanzo per ragazzi. Lo volevo scrivere per mia figlia, Holly, che all'epoca aveva cinque anni. Sapevo già che la protagonista sarebbe stata una ragazzina, e che si sarebbe trattato di un libro piacevolmente terrificante."

Ed è così che nacque Coraline, un racconto eccezionale che narra le avventure di una bambina perspicace, furba e curiosa che riuscirà a sconfiggere le numerose avversità per salvare i suoi genitori.

Più tardi nel 2009 Henry Selick diresse Coraline e la porta magica film d'animazione realizzato in stop-motion prodotto da Laika Entertainment regalando l'opportunità di conoscere questo capolavoro a un pubblico più vasto.

Quell'impermeabile giallo divenuto così iconico nel corso degli anni (citato più volte per assurde teorie sul web che permetteranno collegamenti cosmici con Six appartenente a Little Nightmares, Ai Ohto di Wonder Egg Priority e "Giorgie" della saga di IT) lascerà un ricordo indelebile nella mia infanzia, non solo per la tecnica narrativa utilizzata dal regista, bensì per il messaggio che questo racconto desidera donarci: "Be carefull what you wish for". Dovremmo imparare a prestare più attenzione a ciò che desideriamo poiché spesso non siamo consapevoli della nostra fortuna e tendiamo a mirare sempre più in alto non apprezzando il valore delle piccole cose che costellano la nostra quotidianità ricca di attimi fuggenti e irripetibili.

Tuttavia, sfiderei chiunque a criticare le pretese della piccola Coraline poiché ognuno di noi si è ritrovato almeno una volta ad interfacciarsi con i genitori divenuti nemici, gli stessi non riescono a prestare attenzione perché troppo impegnati ad essere adulti; la nostra avventuriera deciderà, dunque, di rifugiarsi altrove sgattaiolando in un mondo dove tutto è migliore. 

Le due protagoniste, sembrano essere ben differenti fra loro: la bambina raccontata nel romanzo mostra una spiccata maturità rispetto alla sua età: diffidente, non si lascerà tentare con facilità e, grazie all'esperienza accumulata nel corso del racconto, attraverserà un climax ascendente che la renderà forte, sicura e coraggiosa; lo stesso percorso imboccherà l'aggressiva Coraline dai capelli blu: viziata, irascibile e ingenua. Una differenza lampante si troverà nell'approccio delle due bambine: la prima sarà una protagonista che riuscirà ad affrontare le avversità senza nessun ausilio, la seconda avrà l'aiuto di alcuni personaggi come Wybie Lovat, l'altro Wybie e l'altro padre. 

Henry Selick deciderà, inoltre, di inserire l'elemento magico della bambola di pezza e un caso irrisolto di una bambina scomparsa all'interno del Pink Palace per suscitare più interesse nello spettatore. Un'analogia è la presenza del gatto nero elemento essenziale per poter descrivere la figura della streghetta a cui Coraline aspira, egli sarà un personaggio importante che riuscirà a salvare la vita della protagonista con un colpo di scena. I finali sono differenti ma entrambi ben strutturati: nel primo caso avremo un'atmosfera apparentemente tranquilla ma inquietante, nel secondo qualcosa di evidentemente disturbante che sa colpire lo spettatore. 

Per quanto possano essere diverse, entrambe le bambine sanno descrivere quell'aspetto infantile che, inconsapevolmente, vive dentro di noi e non riesce a crescere malgrado lo scorrere del tempo: chiunque vorrebbe essere ascoltato da figure tanto importanti come quelle genitoriali, ogni bambino desidera trascorrere più tempo con loro quando richiesto e far sì che siano eterni per quanto impossibile. Così come la nostra cara Coraline, saremmo disposti a strapparli via dalle dita affilate della morte poiché, una volta persi, ci renderemmo conto di quanto siano importanti per noi.



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