La Sirenetta e il rapporto conflittuale con i vari live-action Disney
Ho recentemente visto in sala La Sirenetta, e mentre il film continua a sbancare al box-office mondiale, io continuo a chiedermi: “ne avevamo davvero bisogno?”
Nella vita mi sono sempre ritenuto un enorme appassionato e stimatore di quasi tutto ciò che l’azienda fondata da Walt Disney ha prodotto negli anni: parliamo di decine di anni pregni di capolavori d’animazione che, a volte come cortometraggi e a volte come pellicole di lunga durata, stupivano tutti e portavano innovazione, creatività, e, spesso, rivoluzione artistica.
Ma attualmente ci troviamo nel ventunesimo secolo, e, forse complice il tempo che ci ha resi adulti, quella magia Disney non riesco proprio a percepirla più. Questo perché negli ultimi anni si è notato, oggettivamente, un impoverimento della qualità dell’offerta da parte dei prodotti Disney, in favore di quantità e guadagni facili.
Di cosa parlo? È ormai sotto gli occhi di tutti che ormai la politica Disney comprende (e favorisce, purtroppo) progetti che si limitano a riproporre le storie dei classici Disney, così tanto cari a tutto il mondo, in una versione live-action: si abbandona quindi il medium dell’animazione in favore di pellicole con attori in carne e ossa. Si sminuisce ancora una volta lo strumento dell’animazione, che tanto di buono ha portato la Disney e che ora si vede bistrattato non solo dal pubblico, che lo sottovaluta, ma anche dall’industria stessa.
La premessa non sarebbe neanche così male, ma il problema è alla base della questione. Questi remake hanno funzione puramente aziendale e per la Disney rappresentano un’occasione miracolosa: poter sfruttare nomi altisonanti e potentissimi per vendere, con un successo assolutamente assicurata, lo stesso prodotto ma in una salsa diversa. Ecco perché oltre a quelli già usciti in sala negli ultimi anni, ne sono già stati annunciati decine di altri!
Si rivela quindi l’enorme pigrizia dietro a questo grande disegno: non c’è niente di nuovo da sviluppare, perché è tutto già fatto! Basta prendere qualche regista schiavo dello studio, un paio di attori senza nome da affiancare all’ occasionale guest star di alto livello, e il gioco è fatto! Viene ricalcato tutto ciò che è stato realizzato nei film originali e si fa completamente affidamento alla certezza che il pubblico vada in sala, semplicemente leggendo i titoli, che già conosce, ama, e che tanto gli ricordano la propria infanzia: "La Bella e La Bestia", "Il Re Leone", "Aladdin", e adesso "La Sirenetta"!
Così il grande pubblico, sempre nostalgico e troppe volte cieco, è contento, ma noi appassionati e vecchi stimatori della Disney della prima ora ci sorbiamo film mediocri (nel migliore dei casi!), senza cuore o alcuna personalità. Con la scusa di “reintrodurre queste storie alle nuove generazioni” Disney capitalizza sulla nostalgia delle persone, sull’affetto che ognuno di noi ha riversato su quei film e quei personaggi che tanto ci hanno fatto sognare da bambini.
La differenza, sostanziale, è che i Classici Disney erano (quasi tutti) film di alto livello, capolavori con una direzione artistica eccezionale e con delle trovate magistrali che ancora oggi stupiscono e sorprendono. Questi filmetti live-action, invece non sono altro che la versione annacquata, debole e scialba di qualcosa che è sempre facilmente recuperabile, alla portata di tutti.
In conclusione, vi dico, guardiamo questi remake, se proprio dobbiamo, ma non dimentichiamo cosa sono stati i film originali, non dimentichiamo il periodo in cui oltre al semplice guadagno si ricercava l’arte, la novità, l’invenzione. Non lasciamo che le nostre emozioni vengano sfruttate, che i nostri ricordi vengano inquinati e che le nostre tasche vengano svuotate da corporazioni che hanno dimenticato cosa vuol dire sforzarsi di essere originali.
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